Lettere dalle Missioni: P. Luigi FALONE, Curitiba (BRA), 27 ottobre 2018

Caro Dom Massimo,

finalmente riesco a rispondere al suo fraterno messaggio. La ringrazio di cuore. Mi scusi del riitardo, dovuto anche al mio computer bloccato e oggi un mio amico l’ha fatto funzionare.
L’anno scorso risposi al suo messaggio ma mi ritornó indietro.
Io sono di Catignano, dove c’era stato un altro Comboniano: Padre Antonio Di Profio, che morí ad Ondurman (Karthoum- Africa) che mi entusiasmó del Carisma Comboniano….

Il 18 dicembre 1961, appena ordinato, a 27 anni, partii da Genova con la “Giulio Cesare”, non per l”Africa, come era mio desiderio, ma per il Brasile, dove arrivai il 2 gennaio del 1962.

Qui lavorai nelle regioni piú povere del nord e nordeste amazzoniche, onde incontrai regioni, dove mai era passato un missionario, altre erano 30-40 anni che non era passato un missionario… Celebravo sotto gli alberi, nelle capanne di paglia o di fango, dove mi ospitavano… Popolo buono, umile, semplice, ospitale, privo di ogni conforto di una societá civile… Furono anni felici, che Il Buon Dio mi diede di stare in mezzo a loro, essere uno di loro. Mi dicevano: padre non senti nostalgia della tua patria, della tua famiglia?

 

No, rispondevo, perché, ora voi siete la mia famiglia e quí é la mia patria. Ed era vero.

Lavorai anche un tempo con alcune tribú di Indios (Urubús, Timbira, Tenbé, Japomirán e Gavión), che mi insegnarono a vivere il Vangelo nella loro simplicitá, nella loro vivenzia (vita) comunitaria, nel ripartire (condividere ndr) la cacciagione o la pesca…, nel cuidare dei (prendersi cura) loro figli, il papá e la mamma erano la loro scuola…

I mezzi che usavamo erano la jeep, quando dava, il mulo, la canoa e a piedi. Ma questa vita bella, piena anche di difficoltá, di pericoli…terminó con le due “malarie” gravissime (la seconda rimasi un mese nell’UTI intensivo), che mi constrinsero a venire nel sud del Brasile, dove mi trovo tuttora.

Devo ringraziare il Buon Dio per la vida che mi conservó…, solo per arrivare a San Paolo fú una peripezia…, un miracolo, e che mi stá dando.

Ora sto in una periferia di Curitiba, nello stato del Paraná, dove lavorai anche nel 1979 per due anni ed era una “favela” (baraccopoli): la parrocchia di Santa Amelia! Ora é un rione di classe media… Quí abbiamo il seminario filosofico comboniano.

Gli anni si fanno sentire, ma in quanto il Buon Dio mi dá vita lavoriamo per il suo Regno e per questi Fratelli, che, non pare vero, soffrono…

Le chiedo di cuore una preghiera e se há qualche Messa le . La ringrazio.

Nelle mie preghiere la ricordo, così come gli amici e benefattori.

Mi saluti tanto il Signor Vescovo e i suoi Collaboratori e grazie per tutto il “Lavoro Missionario” che fá nella Diocesi. Un fraterno saluto.

                                                                                                        Luigi Falone, missionario Comboniano

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