Il pomeriggio di lunedì 6 il Presidente Uhuru Kenyatta ha annunciato che i casi di Covid-19 erano aumentati a 158, con 4 pazienti guariti e 6 deceduti. Una progressione molto lenta, ma comunque una progressione. L’82% dei casi sono nell’area metropolitana di Nairobi, il resto nelle county (province) di Kilifi, Kwale e Mombasa, le tre più popolate county delle costa. Di conseguenza sono state aggiunte altre misure restrittive al coprifuoco già in vigore, e queste quattro aree sono dalle 19 di ieri per i prossimi 21 giorni, completamente isolate. I collegamenti terrestri, aerei e marittimi col resto del paese sono sospesi. Abbiamo, come Koinonia, avuto qualche ora di panico. Quando la notizia è arrivata eravamo in riunione per organizzare acquisto e distribuzione di cibo e articoli sanitari nelle varie case per bambini, e sembrava che non sarebbe stato possibile o comunque avremmo incontrato difficoltà a rifornire i nostri progetti più periferici rispetto a Nairobi – Anita’s Home, Tone la Maji, Domus Mariae e Malbes. Successivamente è stato chiarito che anche Ngong e Ongata Rongai, e quindi le case che ho appena nominato, sono county incluse nell’area metropolitana di Nairobi.
Resteranno isolati da noi, e impossibilitati a rivedere le loro famiglie per qualche settimana, i nostri due operatori di strada Bernard Dimba e Ken Nyangweso. Con grande tempismo li abbiamo mandati a Kilifi pochi giorni prima che il coronavirus arrivasse in Kenya… Siamo in contatto quotidiano con loro, entusiasti per essere stati scelti per avviare un progetto che sognavamo da tanto tempo. Una casa per bambini in una zona difficile e molto diversa dagli slum di Nairobi, con misera e miserie legate alla presenza dei turisti. Bernard a Ken hanno una carica di spirito di servizio cristiano che son sicuro che riusciranno a fare del sogno una realtà viva.
Oggi a Nairobi ci siamo riorganizzati distribuendo il personale secondo le necessità che continuano a cambiare, ed anche in previsione del totale lockdown che ormai sembra inevitabile. Con tutte le drammatiche conseguenze che potrebbe avere negli slum che più frequentiamo, Kibera e Kawangware.